Il caldo record del 2023 deve stimolare l'azione, non la disperazione
In un articolo pubblicato su Earthbeat, un progetto del National Catholic Reporter, il carmelitano Eduardo Scarel, membro della Provincia di Aragona, Castiglia e Valencia (ACV), suggerisce che i cattolici e gli altri dovrebbero sentirsi incoraggiati ad agire dalle ultime terribili previsioni sul cambiamento climatico.
Numerosi organismi scientifici, utilizzando diverse fonti di dati e analisi, sono giunti alla conclusione che il 2023 è stato l'anno più caldo sul pianeta Terra da quando sono iniziate le registrazioni nel 1850. Le emissioni di gas serra rilasciate dalla combustione di carbone, petrolio e gas intrappolano il calore nell'atmosfera e sono i principali responsabili del cambiamento climatico. Sebbene fattori come El Niño e la diminuzione dei livelli di aerosol refrigeranti nell'atmosfera abbiano contribuito in parte alle temperature da record del 2023, gli scienziati hanno capito che il fattore principale sono state le emissioni da combustibili fossili.
Il 2023 ha superato l'anno più caldo, il 2016, con il più ampio margine di sempre. I 10 anni più caldi mai registrati si sono verificati tutti nell'ultimo decennio. In prospettiva, il 2024 ha una probabilità su tre di superare il caldo record del 2023 ed è praticamente certo che si collocherà tra i cinque anni più caldi.
A dicembre, in occasione del vertice delle Nazioni Unite sul clima COP28, le nazioni hanno concordato per la prima volta la necessità di abbandonare i combustibili fossili, un passo che scienziati e attivisti ambientali sollecitano da anni ma che non era mai stato incluso in un documento negoziato dalle Nazioni Unite.
Sebbene il testo del vertice manchi di specifiche su come o quando porre fine all'uso dei combustibili fossili, i cattolici e le altre persone di fede hanno un ruolo da svolgere nel responsabilizzare i rispettivi Paesi, come ha chiesto Papa Francesco in un discorso ai capi di Stato e di governo alla COP28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il 2 dicembre a Dubai. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha tenuto il discorso al posto di Papa Francesco.




















