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Displaying items by tag: Celebrating At Home

Lunedì, 19 Maggio 2025 08:40

Celebrando in Casa -  VI Domenica di Pasqua

Ricordare e rendere presente (Giovanni 14:23-29)

La lettura del Vangelo di Giovanni d’oggi propone, continuando il ‘Discorso di addio’ (Gv 13,31-17,26), quando Gesù fa una serie di promesse ai discepoli.

Le parole iniziali dicono che coloro che amano Gesù osserveranno la Sua parola. Non si tratta di osservare le regole della strada. Si tratta di permettere alla parola di Gesù di formare i nostri cuori e dare forma alla nostra vita. In tutto il Vangelo di Giovanni la parola che Gesù pronuncia riguarda il suo affetto sconfinato per il Padre e per i discepoli. Un altro dei temi preferiti di Giovanni è che, proprio come il Padre e Gesù dimorano insieme nell'amore, essi verranno a dimorare anche nel cuore del discepolo. È questo legame d'amore che crea la ‘dimora’ di Dio nel cuore del discepolo. Non c'è separazione dal Padre; il discepolo non ha bisogno di cercare un luogo celeste per sperimentare la presenza di Dio.

Gesù promette che il Padre invierà l'Avvocato, lo Spirito Santo, per aiutare i discepoli a ‘ricordare’, cioè a comprendere più profondamente le parole e le azioni di Gesù, in particolare la sua morte e risurrezione. Questo ricordo renderà Gesù presente a loro.

La permanenza nell'amore di Gesù e del Padre porta una pace che non si può trovare in questo mondo, per cui i discepoli non hanno bisogno di avere paura del futuro, nemmeno dell'imminente partenza di Gesù.

Infatti, se stanno già veramente dimorando alla presenza di Dio e di Gesù nel loro cuore, perché mai la sua partenza fisica dovrebbe turbarli? Gesù non pronuncia queste parole nel senso di predire il futuro, ma piuttosto per preparare i discepoli a ‘ricordare’ quotidianamente e a rendere presenti le sue parole e le sue azioni nella loro vita Questo Vangelo ci invita a chiederci se siamo veramente persone che si ricordano di Gesù e permettono al suo Spirito di plasmare le nostre parole, i nostri pensieri e le nostre azioni in modo che egli possa rimanere presente a noi e a coloro che ci circondano.

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Martedì, 13 Maggio 2025 08:06

Celebrando in Casa -  V Domenica di Pasqua

Addio, gloria e discepolato d'amore (Gv. 13:31-35)

Queste parole, pronunciate durante l’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli, danno inizio a ciò che nel Vangelo di Giovanni (13,31-17,26) è chiamato il discorso dell'addio . Esse sono le ultime parole di Gesù ai suoi discepoli prima della sua morte.

Nel rassicurare e nel confortare, Gesù sviluppa vari temi che sono stati introdotti in precedenza nel suo ministero, tra cui in particolare la gloria, l’inabitazione reciproca e l’amore. Il punto principale è l’esperienza della vita in Dio che i discepoli hanno e continueranno ad avere. La relazione tra il Padre e il Figlio, che è stata rivelata nei primi dodici capitoli del Vangelo, Gesù ora dichiara che si realizza nei discepoli. 

La relazione tra il Padre e il Figlio, che è stata rivelata nei primi dodici capitoli del Vangelo, Gesù ora dichiara che si realizza nei discepoli. La relazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito è descritta più dettagliatamente qui, che in qualsiasi altro passo della Bibbia. Infatti, in questi capitoli c’è il più profondo insegnamento su Dio e sul discepolato.

La prima parte del Vangelo letto per questa domenica è un po’ confusa se non comprendiamo che la ‘gloria’ nella tradizione biblica ha a che fare con la rivelazione del Dio invisibile. Così, in queste righe c’è un senso di glorificazione reciproca - il Padre si rivela nel Figlio e il Figlio rivela il Padre nella sua morte sulla croce. Il Figlio rivelerà ’amore del Padre in modo più evidente quando darà la sua vita.

Viene utilizzato la forma di un discorso intimo (vedi: ‘Figlioli’) e Gesù comincia delicatamente a preparare i discepoli alla difficile realtà del suo abbandono.

Come Gesù è stato l’amore di Dio in azione nel mondo, così ora devono essere i discepoli. La natura indispensabile del dimorare nell'amore è sottolineata dall'uso del ‘comandamento’. È attraverso il loro amore reciproco che tutti li riconosceranno come discepoli di Colui che ha amato fino a dare la vita.

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Martedì, 06 Maggio 2025 13:21

Celebrando in Casa -  Quarta Domenica di Pasqua

Pastore e pecore,
legami di vita e di amore (Gv 10:27-30)

La quarta domenica di Pasqua è tradizionalmente conosciuta come la Domenica del Buon Pastore perché il Vangelo ritrae sempre Gesù come il Buon Pastore.. Al tempo di Gesù, essere un pastore non era affatto come le imprese agricole commerciali su larga scala di oggi. Allora, un pastore aveva di solito la responsabilità di circa quindici o venti pecore che accompagnava giorno e notte. Sia il pastore che le pecore si conoscevano a vicenda. Il pastore era responsabile di tenere il gregge insieme e al sicuro, di condurlo a un buon pascolo, di fasciare le ferite. Le pecore dipendevano dal pastore per la vita. Non c’è da stupirsi che l’immagine del Buon Pastore sia diventata così popolare come descrizione della relazione tra Gesù e i suoi seguaci.
Il Vangelo di oggi è pieno di calore e intimità nel modo in cui parla della relazione di Gesù con noi.
Le pecore che ascoltano Gesù appartengono a lui (sono in relazione con lui). C’è un senso d’intimità nell’idea che Gesù conosca ciascuna delle pecore che lo seguono. Lui le conosce ed esse lo seguono perché sono legate insieme dal vincolo dell’amore.
Le pecore hanno vita attraverso la loro relazione con Gesù, una relazione che porta la vita eterna, non solo dopo la morte; le pecore vivono già la vita eterna di Dio qui e ora.
Questa relazione con Gesù e la vita eterna che porta non può mai essere persa o strappata via.
Noi siamo il dono che il Padre fa a Gesù. E poiché il Padre e Gesù vivono in profonda comunione tra loro, anche noi siamo coinvolti in questa duratura comunione d’amore.
Questo amore che Dio ha per noi ci rende parte della famiglia di Dio: Figlie e figli amati di Dio.
Ogni riflessione su Gesù come Buon Pastore ci fa anche ricordare che pascersi a vicenda secondo il cuore di Gesù fa parte della nostra vocazione di discepoli.

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Giovedì, 01 Maggio 2025 13:43

Celebrando in Casa -  Terza Domenica di Pasqua

Colazione con gli amici,
guida dell'amore (Giovanni 21:1-19)

Le letture del Tempo Pasquale continuano a svelarci il grande Mistero pasquale: la presenza permanente di Gesù in mezzo a noi e cosa potrebbe significare ‘vita nuova in Cristo’.

Il Vangelo di oggi racconta la terza apparizione di Gesù ai discepoli dopo la sua risurrezione. In un primo momento non lo riconoscono; poi c'è un enorme bottino di pesce seguito da un pasto; poi, nella versione lunga di questo Vangelo, l'incarico di Pietro di guidare il gregge nell'amore.

Ci vuole fede per riconoscere la presenza di Gesù in mezzo a noi. La realtà può essere cambiata e quando lo facciamo si ottengono cose buone. Tutti i pasti che condividiamo sono ricordi del Pasto eucaristico che ci mantiene in comunione con la vita di Cristo risorto e gli uni con gli altri. Gesù continua ad essere alimento e forza per il cammino. La nostra fede è costruita sull'amore.

Nel suo dialogo con Cristo, Pietro riafferma per tre volte il suo amore per lui, ribaltando il suo triplice rinnegamento di Gesù prima della crocifissione. Pietro è leader, ma la sua guida è costruita sul suo amore per Cristo. Non è l'autorità della tirannia, ma della pastorale. Pietro deve ‘Nutrire i miei agnelli’- i giovani, i vulnerabili. Egli deve 'prendersi cura delle mie pecore' - pascere e prendersi cura del gregge, provvedendo ai loro bisogni.

Ogni volta che Gesù condivideva un pasto con i suoi seguaci, apriva i loro cuori e le loro menti. Mentre continuiamo a condividere il Pasto eucaristico, Gesù continua ad alimentarci e nutrirci con una nuova visione, una comprensione più profonda e un amore più grande.

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Venerdì, 18 Aprile 2025 08:00

Celebrando in Casa -  Seconda Domenica di Pasqua

Un incontro gioioso
Lo Spirito ricevuto
Il dubbio trasformato (Giovanni 20:19-31)

La grande festa di Pasqua di domenica scorsa ha dato inizio ai 50 giorni in cui la Chiesa celebra la Resurrezione, che si concluderanno con la festa di Pentecoste fra sei settimane.
Il Vangelo di ogni domenica è una meditazione su Gesù, ora il Cristo Risorto, che si fa riconoscere per mezzo delle scritture e nello spezzare il pane, portatore di vita piena, la nostra via, verità e vita, pegno dell’amore di Dio.
Nel Vangelo di oggi possiamo riscontrare due storie di trasformazione grazie all’incontro con Gesù risorto.
Innanzitutto, Gesù appare a un gruppo di discepoli spaventati e sconcertati, che si stanno nascondendo in una stanza. Le sue prime parole sono: ‘Pace a voi!’.
Nel momento in cui i discepoli riconoscono la presenza di Gesù Risorto in mezzo a loro, la paura e lo sconcerto si convertono in gioia. Ma non è tutto.
Subito dopo li invia per essere missionari di pace e di perdono. Ricevendo lo Spirito Santo i discepoli passano dall’essere un gruppo di persone impaurite e nascoste, ad essere proclamatori audaci dell’amore e della misericordia di Dio.
Sappiamo già che la paura genera isolamento e
solitudine. Ci conviviamo ogni giorno. Mentre prendiamo le misure necessarie per la nostra e altrui sicurezza, stiamo cercando di non lasciare che anche i nostri cuori si blocchino. C'è qualcosa di intrinsecamente buono nella natura umana. Le persone stanno trovando nuovi modi per prendersi cura gli uni degli altri. Come i ristoranti di prima classe che offrono centinaia di pasti a persone povere, anziane o sole. Ci sono molti altri esempi di persone che trasformano la paura e lo smarrimento in momenti di speranza e di gioia. Non riconosciamo forse la presenza di Gesù Risorto anche in queste azioni salvifiche?
La seconda storia del Vangelo di oggi è quella che tutti conosciamo come l’incredulità di Tommaso , anche se, in realtà, dovrebbe essere conosciuta come il credo di Tommaso – il dubbio è solo l'inizio della storia.
Gesù non sgrida o non rimprovera Tommaso. Se Tommaso sta cercando delle prove, gli basta solamente toccare Gesù per vedere che è reale. È l’incontro personale con Gesù che lo fa passare dall’essere dubbioso all’essere credente.
Ancora una volta il Vangelo ci ricorda che la fede non riguarda il credere con la ragione o alla ricerca di prove. La fede si trova solo nella nostra viva relazione con Gesù.
Forse in questo periodo possiamo trovarci un po’ più di tempo per sederci e parlare con Gesù, per riconoscerlo già presente nei nostri cuori, per permettere alle nostre paure e ai nostri dubbi di essere superati dall'amore, per trovare modi nuovi e creativi per trasformare l'oscurità in luce, pace e gioia per gli altri.
Possa la nuova vita che festeggeremo per i prossimi cinquanta giorni donarci la creatività dello Spirito di cui abbiamo bisogno per essere il cuore vivo di Dio nel nostro mondo di oggi.

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Mercoledì, 16 Aprile 2025 08:17

Celebrando in Casa -  La Pasqua

Una tomba vuota, le vite sono cambiate per sempre,
presenza continua (Giovanni 20:1-9)

Quando qualcuno muore, una delle cose che spesso sperimentiamo è la sua assenza. I luoghi in cui viveva insieme a noi sono vuoti e il nostro cuore è smarrito.
Non è difficile per noi condividere il senso di vuoto e di smarrimento avvertito da Maria quando arriva alla tomba. Questa è una Pasqua come non abbiamo mai avuto prima. Senza le nostre consuete celebrazioni con la famiglia e gli amici può davvero sembrare molto vuota.
Se leggiamo i versetti successivi del Vangelo di Giovanni, ci imbattiamo in una storia di gioia travolgente: l’incontro di Maria Maddalena con Gesù risorto. Quando Gesù pronuncia il suo nome, Maria lo riconosce e la tristezza e il vuoto lasciano il posto ad un gioioso incontro.
È una storia di trasformazione: ci mostra come le cose possano cambiare quando incontriamo Gesù risorto.
In un certo senso, tutti siamo imprigionati dentro delle tombe contenenti i propri cari, le nostre ferite, le nostre paure e le nostre ansie.
Ciò di cui sembra abbiamo maggiormente bisogno è la presenza. Tuttavia, può essere il tempo in cui sperimentiamo l'assenza e la separazione, in particolare dai propri cari, dalla famiglia e dagli amici.
La pratica della presenza di Dio può venirci in aiuto, ricordandoci che siamo sempre alla sua presenza, che possiamo parlargli come ad un amico, che Dio è in questo momento con noi a prescindere da ciò che accade nella nostra vita, che Dio è il nostro compagno costante.
Alla fine, inizieremo a sentire più profondamente la presenza di Dio, non solo accanto a noi, ma anche dentro di noi. Alla fine, le paure e le ansie scompariranno e le relazioni interrotte inizieranno a ricomporsi. Dove una volta c'era solo un'assenza, ora c'è una Presenza calma, amorevole, curante. Sappiamo che non siamo soli. Le nostre tombe iniziano a svuotarsi e la gioia diventa di nuovo possibile.
La Risurrezione fa sì che la morte lasci il posto alla vita, l'impossibile diventi possibile, l'assenza divenga presenza.
Tutte le tue tombe possano divenire vuote!

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Martedì, 15 Aprile 2025 09:44

Celebrando in Casa - Venerdì Santo

La Passione di Gesù
(Giovanni 18:1 - 19:42)

Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli. Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi. Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: ‘Chi cercate?’. Gli risposero: ‘Gesù, il Nazareno’. Disse loro Gesù: ‘Sono io!’. Vi era là con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse ‘Sono io’, indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: ‘Chi cercate?’. Risposero: ‘Gesù, il Nazareno’. Gesù replicò: ‘Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano’. Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: ‘Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato’. Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò
l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.
Gesù allora disse a Pietro: ‘Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?’

Pausa di riflessione silenziosa

Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno. Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: ‘È meglio che un uomo solo muoia per il popolo’.
Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: ‘Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?’ Egli rispose: ‘Non lo sono’.
Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: ‘Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me?
Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto’. Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: ‘Così rispondi al sommo sacerdote?’ Gli rispose Gesù: ‘Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?’. Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: ‘Non sei anche tu dei suoi discepoli?’ Egli lo negò e disse: ‘Non lo sono’. Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: ‘Non ti ho forse visto con lui nel giardino?’. Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

Pausa di riflessione silenziosa

Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: ‘Che accusa portate contro quest'uomo?’. Gli risposero: ‘Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato’.
Allora Pilato disse loro: ‘Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!’. Gli risposero i Giudei: ‘A noi non è consentito mettere a morte nessuno’. Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: ‘Tu sei il re dei Giudei?’. Gesù rispose: ‘Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?’. Pilato rispose: ‘Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?’. Rispose Gesù: ‘Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù’. Allora Pilato gli disse: ‘Dunque tu sei re?’ Rispose Gesù: ‘Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce’. Gli dice Pilato: ‘Che cos'è la verità?’. E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: ‘Io non trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?’. Allora essi gridarono di nuovo: ‘Non costui, ma Barabba!’. Barabba era un brigante.
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: ‘Salve, re dei Giudei!’. E gli davano schiaffi.

Pausa di riflessione silenziosa

Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: ‘Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in
lui nessuna colpa’. Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: ‘Ecco l'uomo!’. Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: ‘Crocifiggilo, crocifiggilo!’. Disse loro Pilato: ‘Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa’. Gli risposero i Giudei: ‘Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio’. All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: ‘Di dove sei?’. Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: ‘Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?’. Rispose Gesù: ‘Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande.’ Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: ‘Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare’. Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno.
Pilato disse ai Giudei: ‘Ecco il vostro re!’ Ma quelli gridarono: ‘Via, via, crocifiggilo!’ Disse loro Pilato: ‘Metterò in croce il vostro re?’ Risposero i sommi sacerdoti: ‘Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare’. Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

Pausa di riflessione silenziosa

Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo.
Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: ‘Gesù il Nazareno, il re dei Giudei’. Molti Giudei lessero questa iscrizione,
perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: ‘Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei’. Rispose Pilato: ‘Ciò che ho scritto, ho scritto.’
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo.
Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: ‘Donna, ecco il tuo figlio!’ Poi disse al discepolo: ‘Ecco la tua madre!’ E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: ‘Ho sete’. Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: ‘Tutto è compiuto!’ E, chinato il capo, spirò.

Pausa di riflessione silenziosa

Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si
adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso . E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo, che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di àloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei.
Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.

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Lunedì, 14 Aprile 2025 07:02

Celebrando in Casa - Giovedì Santo

Lavanda dei piedi,
condivisione del pane e del vino: l'amore espresso nel servizio

Questa sera facciamo memoria del comandamento di Gesù di amarci gli uni gli altri, della lavanda dei piedi e dello spezzare il pane della sua stessa vita, non solo a tavola, ma anche sull’altare della Croce, per la guarigione e il nutrimento del mondo.
La liturgia del giovedì Santo è una meditazione sull’intimo legame tra Eucaristia e l’amore cristiano manifestato nel servizio reciproco. Cristo è presente non solo nell’Eucaristia, ma anche nelle gesta amorevole offerte agli altri attraverso la nostra persona.
Noi rendiamo ‘reale’ la presenza di Gesù in ogni sorriso, parola gentile e azione amorevole.

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Lunedì, 07 Aprile 2025 12:03

Celebrando in Casa - Domenica delle Palme

L’amore rivelato
(Luca 23:1-49)

Per coloro che non possono partecipare alla messa, raccogliete dei rami verdi dal vostro giardino o dove possibile. Dopo la benedizione possono essere distribuiti a tutti i presenti. Il verde è un promemoria che la storia di Gesù non finisce con la morte, ma con la vita..

Segno della croce

Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen.

In preparazione all’ascolto della Parola

Siamo stati chiamati da Dio
ad essere Chiesa,
il Corpo di Cristo nel mondo.
Non siamo un edificio, ma un popolo,
riunito e radicato nella Parola di Dio,
nell’amore di Cristo,
e nell’unità dello Spirito Santo.
Durante la quaresima ci siamo preparati
per la celebrazione della Pasqua
Con opere di carità e piccoli atti di sacrificio.
Oggi, in unione con l’intera Chiesa ricordiamo
l’entrata di Cristo a Gerusalemme
Per completare la sua opera salvifica come nostro
Messia: per soffrire, morire e risorgere.
Anche noi entriamo in questa settimana santa e accogliamo Cristo come nostro Salvatore.

Benedizione delle Palme

Nell’Impero Romano le persone usavano rami di palma e altra vegetazione come segno di accoglienza e rispetto quando delle persone importanti entravano nei paesi e nelle città. I Vangeli riportano che molte persone fecero questo a Gerusalemme fecero per l’entrata di Gesù.

Dio Onnipotente, ascolta le nostre preghiere:
la tua benedizione scenda su di noi e su questi rami.
Oggi acclamiamo con gioia Gesù,
nostro Messia e nostro Re.
Che possiamo onorarti ogni giorno vivendo
sempre in lui, che è il Signore nei secoli dei secoli.
Amen.

Passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca

Lettore 1 In quel tempo, tutta l’assemblea si alzò; condussero Gesù da Pilato e cominciarono ad accusarlo: ‘Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re’. Pilato allora lo interrogò: ‘Sei tu il re dei Giudei?’. Ed egli rispose: ‘Tu lo dici’. Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: ‘Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna’.
Ma essi insistevano dicendo: ‘Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui’. Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in
quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.
Lettore 2 Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
Lettore 3 Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: ‘Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche
Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà’. Ma essi si misero a gridare tutti insieme: ‘Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!’. (Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio.)
Lettore 1 Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: ‘Crocifiggilo! Crocifiggilo!’. Ed egli, per la terza volta, disse loro: ‘Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà’. Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano.
Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
Lettore 2 Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.
Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: ‘Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: ‘Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato’. Allora cominceranno a dire ai monti: ‘Cadete su di noi!’, e alle colline: ‘Copriteci!’. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?’. Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
Lettore 3 Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: ‘Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno’. Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
Lettore 1 Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: ‘Ha salvato altri! Salvi sé stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto’. Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: ‘Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso».
Sopra di lui c’era anche una scritta: ‘Costui è il re dei Giudei’.
Lettore 2 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: ‘Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!’.
L’altro invece lo rimproverava dicendo: ‘Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?
Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male’. E disse: ‘Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno’. Gli rispose: ‘In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso.’
Lettore 3 Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà.
Gesù, gridando a gran voce, disse: ‘Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito’. Detto questo, spirò.
[Qui si fa una breve pausa]
Lettore 1 Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo, ‘Veramente quest’uomo era giusto’. Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.  
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Martedì, 01 Aprile 2025 10:36

Celebrando in Casa - V Domenica di Quaresima

Libertà e perdono
(Giovanni 8:1-11)

Conosciamo la storia della donna colta in flagrante adulterio così bene che di solito ci sfugge il fatto che non è solo la donna che sperimenta il perdono di Dio attraverso Gesù in questa storia.
Gli scribi e i farisei, per incastrare Gesù, fanno sfilare una donna impotente davanti alla folla riunita per ascoltare l'insegnamento di Gesù. Possiamo solo immaginare il suo imbarazzo quando la accusano pubblicamente di adulterio. Notando che la legge di Mosè dice che dovrebbero lapidare la donna a morte, chiedono cosa ne pensi Gesù.
Gesù, già seduto, si china e scrive per terra. Cosa scrive non lo sappiamo, ma dalla sua "bassa" posizione Gesù riesce tranquillamente a ribaltare l'intera situazione.
All'inizio non dice nulla. Quando gli scribi e i farisei insistono con la loro domanda, Gesù dice semplicemente: "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei", e torna a scrivere.
Percepiamo che segue un silenzio imbarazzante prima che gli scribi e i farisei, prima minacciosi, sembrano semplicemente defilarsi. Le parole di Gesù sembrano toccarli profondamente e sciolgono sia il loro atteggiamento duro verso la donna che il loro desiderio di incastrarlo.
Come la donna, non sono condannati da Gesù, ma restaurati nella giusta relazione con lui e con la donna - non vogliono più incastrare Gesù o fare del male alla donna. Se ne vanno pacificamente. Gesù pronuncia il perdono per la donna e le dice di non peccare più.
I Vangeli delle ultime due domeniche contenevano delle parabole sul perdono di Dio e sulla sua cura tenera nel restituirci alla vita. Nel Vangelo di oggi vediamo il generoso perdono di Dio in azione mentre Gesù affronta una situazione umana concreta di giudizio e condanna che minaccia la vita. 
Siamo chiamati a non essere giudici degli altri, ma operatori della sontuosa compassione e misericordia di Dio.
  
Momento di silenzio per la riflessione personale
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